sabato 25 aprile 2009

progetti d'immagini veloci

movimento forte quanto i colori che propone, accostati fra di loro quasi a voler lasciare un segno, un taglio, o come i futuristi stessi preferivano dire:"..uno spiraglio di luce nelle menti assopite di quell' epoca"(1). Volontà di fare e di stupire, esuberanza di gesti e di visioni. Interpreti di un tempo che tempo non doveva essere, inseriti in uno "spazio" che per loro era inesistente.
Nuovi concetti legati ad un genius loci puramente italiano, che si sono espansi man mano per tutto il mondo. L' io non è più tale, perchè trapassato da mille luci, impressioni, sensazioni, in una visione in cui l'uomo non è più il centro di se stesso, ma solo parte di un moto molto più grande. Contemporaneità di suoni, luci ed ombre, in un'epoca a ridosso delle due grandi guerre, tanto spalleggiate in un primo momento quanto denigrate poi in seguito.
I quadri vivono di compresenze fra oggetti e soggetti in cui scomporre vuol dire disgregare i piani e le linee creando un principio unico di movimento e dinamismo. Vengono narrati posti lontani perchè insiemi di varie realtà e quindi senza legami con la loro vera fisicità, in cui si legge quasi un' insoddisfazione nel limite dell'oggetto fine a se stesso, ed in cui i personaggi raffigurati sono elastici e malleabili, come se capaci di assorbire i ritmi di ciò che li circonda.
I rumori rimbombano nella retina mentre i colori ci parlano di una ricerca fatta di "stati d'animo" e "forme uniche nella continuità dello spazio".
immagine: Umberto Boccioni - Costruzione orizzontale
(1): Cfr. C. Salaris, "Futurismo, la prima avanguardia", febbraio 2009

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