KIRO-SAN OBSERVATORY, Kengo Kuma
Yoshiumi, Ochi, prefettura di Ehime, Giappone, 1991-94
geometria variata, capace di articolarsi fra continuità e discontinuità formale e ambientale, in cui è il percorso il vero protagonista di questa architettura non riassumibile da un unico sguardo “dal basso”.
Spazio e tempo quasi coincidono, riprendendo il concetto del ma della filosofia zen, il quale altro non è che un intervallo sia dello spazio che separa due elementi, sia del tempo che si impiega per passare da un luogo ad un altro (1). Edificio che ragiona per tagli nel terreno colmati da pieni di luce, in cui la presenza del cemento armato si integra nella natura, creando ambienti nell’ambiente, e non portando l’architettura ad essere ciò che non è! (2)
Beton brut grezzo che raggiunge la sua meta, il suo scopo, ossia quello di riuscire a comunicare con il contesto che lo circonda, divenendo così normale.
Beton brut grezzo che raggiunge la sua meta, il suo scopo, ossia quello di riuscire a comunicare con il contesto che lo circonda, divenendo così normale.
percorsi spazio-temporali che causano attacchi di normalità
(10 righe!)
foto: KU_MA - Observation_platform
(1): Cfr. T. Monnai, "Un glossario dei concetti spaziali", in "Casabella", nn.608-609, fascicolo speciale dedicato a "Giappone: una modernità dis-orientata"
gennaio-febbraio 1994, pp. 14-19
(2): Cfr. F.Purini, in "La misura italiana dell'architettura"
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