sabato 14 marzo 2009

per un' architettura normale

KIRO-SAN OBSERVATORY, Kengo Kuma
Yoshiumi, Ochi, prefettura di Ehime, Giappone, 1991-94
geometria variata, capace di articolarsi fra continuità e discontinuità formale e ambientale, in cui è il percorso il vero protagonista di questa architettura non riassumibile da un unico sguardo “dal basso”.
Spazio e tempo quasi coincidono, riprendendo il concetto del ma della filosofia zen, il quale altro non è che un intervallo sia dello spazio che separa due elementi, sia del tempo che si impiega per passare da un luogo ad un altro (1). Edificio che ragiona per tagli nel terreno colmati da pieni di luce, in cui la presenza del cemento armato si integra nella natura, creando ambienti nell’ambiente, e non portando l’architettura ad essere ciò che non è! (2)
Beton brut grezzo che raggiunge la sua meta, il suo scopo, ossia quello di riuscire a comunicare con il contesto che lo circonda, divenendo così normale.
percorsi spazio-temporali che causano attacchi di normalità
(10 righe!)
foto: KU_MA - Observation_platform
(1): Cfr. T. Monnai, "Un glossario dei concetti spaziali", in "Casabella", nn.608-609, fascicolo speciale dedicato a "Giappone: una modernità dis-orientata"
gennaio-febbraio 1994, pp. 14-19
(2): Cfr. F.Purini, in "La misura italiana dell'architettura"
"..si dovrà poi fare chiarezza sull'equivoco che vede oggi la parola architettura coincidere con quella di ambiente, nozione onnicomprensiva e per questo inoperante. L' architettura non è l'ambiente. Essa contribuisce a crearlo ma non può identificarsi con esso"

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