domenica 26 luglio 2009
proposte sinergiche fra le varie urban_voids
giovedì 9 luglio 2009
alla ricerca del colore che non ho
lunedì 15 giugno 2009
mercoledì 6 maggio 2009
tettonica - archetipo del progetto
martedì 5 maggio 2009
sabato 25 aprile 2009
progetti d'immagini veloci
lunedì 20 aprile 2009
senso del colore - per un contesto ambientale
ragionare per colori per capire come i vari sistemi che caratterizzano l'area e le zone limitrofe si integrano fra di loro. Ne coesistono tre, i quali sono:
- il pre-esistente: caratterizzato dalla forte "figura" di "due" acquedotti e di un complesso edilizio risalente al secondo dopoguerra all'interno dell'area 29;
- i percorsi: "derivanti" dalla presenza di una futura pista ciclo-pedonale creata appositamente per i più piccoli;
- i luoghi: denominati "spazi dell'avventura" e scelti per la loro compresenza di spazi istruttivi e ludici.
ed è così che il percorso che ricongiunge gli elementi del pre-esistente si concretizza nell'area del progetto, l'area 29, mentre il sistema luoghi/pre-esistente porta alla scelta delle urban.voids adiacenti. Il verde identifica invece la volontà di voler creare una continuità di tipo ambientale, la quale è stata fortemente interrotta dal tracciato ferroviario a ridosso dell'area, il quale genera un vero e proprio "taglio". suoni ed immagini collaborano per far meglio comprendere le integrazione fra giallo+rosso, rosso+blu e blu+giallo.
mercoledì 1 aprile 2009
partenership al progetto - contesto sociale
All’interno del sesto municipio, è stato programmato un Piano Regolatore Sociale dopo un’analisi effettuata sulle reali esigenze e mancanze del territorio. Sono stati poi avviati dei progetti incentrati sul superamento delle problematiche evidenziate soprattutto dalle figure più deboli, come quella dei minori, e molti di questi basano il loro approvvigionamento su due leggi specifiche, quali la 285/97 e la 328/00.
Le linee guida della lg 285/97 hanno “..suscitato una grande mobilitazione di energie nella promozione di diritti e di opportunità in favore dell’infanzia e dell’adolescenza e nella realizzazione di migliori condizioni di vita..” ed hanno “..favorito l’integrazione tra soggetti ed azioni sul territorio per l’attuazione di sinergie e di politiche di rete.” Il tutto si fonda sulla volontà di voler valorizzare quelle che sono le risorse locali, e questo moto ha fatto nascere una schiera di attori sociali per la concretizzazione di quest’ opera. Sono stati così attuati dei progetti per la realizzazione del primo e del secondo Piano Territoriale Cittadino, fra i quali, quelli di mio maggior interesse sono:
- Progetto n°22: La casa delle Arti e del Gioco
- Progetto n°23: Estate Pronti
- Progetto n°24: Centro per la sicurezza urbana del bambino
- Progetto n°25: Partecipazione attiva e cultura giovanile per la crescita del territorio.
A questi servizi è stata data poi la possibilità di realizzare il loro processo di attuazione nel triennio 2008/2010, con una quota fissa annuale di fondi. Gli enti gestori di questi progetti sono tre:
- Centro Alfredo Rampi (Onlus) : Centro per la sicurezza urbana del bambino, Partecipazione attiva e cultura giovanile per la crescita del territorio
- CEMEA del Mezzogiorno(Centro di esercitazione ai metodi dell’educazione attiva) : La casa delle Arti e del Gioco, Partecipazione attiva e cultura giovanile per la crescita del territorio
- Arca di Noè (Cooperativa sociale Onlus) : Estate Pronti
Intermediario per una più immediata relazione direttamente col Comune di Roma, e quindi con il Sindaco, è il progetto “La città dei bambini”, a cui fa capo l’editore Francesco Tonucci. Responasibili e coordinatrici di questa nuova idea di città nel suo assetto all’interno della capitale sono la dottoressa Antonella Prisco e la dottoressa Daniela Renzi.
domenica 29 marzo 2009
due visioni ed una ipotesi: luoghi "comuni"
Entrambi è come se volessero bloccare l’istante, creando dei tasselli rappresentanti un unico corpus che sta man mano sempre più scomparendo. Margolies basa la sua ricerca su “forme” ormai andate perdute, forse per l’ultima volta nel pieno del loro essere, con strade pulite, senza persone e cieli limpidi a fare da sfondo. Tatge invece si appropria del “bianco e nero” per rendere lo spettatore partecipe di un’ intimità nascosta ma reale, in cui è la serenità l’elemento catalizzatore dell’attenzione. Anche se il loro linguaggio è diverso, il fine vuole essere lo stesso, quello della riscoperta, tramite una lettura percettiva non più rigida e schematica di ciò che fa parte dei nostri contesti, portando l’osservatore a non dover più guardare senza vedere e udire senza ascoltare.
venerdì 27 marzo 2009
reale - virtuale: sinonimi e contrari
In questa materia, in cui è la materia stessa a farsi architettura, il mondo virtuale ribalta l’ordine delle cose, facendola diventare più spazio che altro, variando il suo significato in un qualcosa di intangibile che è proprio della realtà virtuale. Morosin, nel suo progetto, parte da un concetto non concreto, proiettato su una scala ben più grande di quella umana, in cui punti invisibili vogliono però portare alla creazione di una nuova forma di arte.
Rimangono comunque in questo mondo senza fili delle “cose invisibili” che possono aprire un dibattito sulle differenze fra conformazione e rappresentazione dell’arte e dell’architettura. Infatti, se la prima, che implica un lavoro di conformazione, rimane prevalentemente rappresentativa, la seconda, che si fonda su un lavoro rappresentativo, dovrebbe poi divenire prevalentemente conformata (5). Sono però innumerevoli le soluzioni che ancora potrebbero essere date a questo binomio fra reale e virtuale, in cui a volte l’ordine degli addendi cambia, lasciando comunque il risultato lo stesso sempre confuso.
venerdì 20 marzo 2009
un mostro di tutti i colori, che non riesce a vedere niente mentre il gatto è in punizione
Il senso delle sue “realizzazioni” rivive però tutto in coloro che sono i suoi più inconsci e grandi ammiratori, i bambini (compresi anche quelli un po’ più cresciuti), i quali, giocando con la carta, con i segni e con le immagini, trasformano e vedono il loro mondo privato fatto di mostri colorati, di gatti in punizione e anche a volte per alcuni di “niente”, realizzarsi! La scoperta maggiore che si può fare è comunque quella di un uomo che ha vissuto molto “dietro lo specchio”, senza badare alle “colonne d’ Ercole” degli altri, permettendo a tutti di avere a che fare col proprio “bianconiglio”, in un tempo elevato alla quarta dimensione!
mercoledì 18 marzo 2009
elle: per un' architettura "piccola"
domenica 15 marzo 2009
separazioni ed incontri
- creazione di uno spazio collettivo simile ad un mercato ma all’aperto, per far si che la zona abbia un luogo di incontro e di respiro. (living + creating)
- avere dei percorsi, delle galeries, in cui il movimento sia accompagnato da alcuni allestimenti fissi o temporanei. (exchanging)
- riprendere la geometria dell’area nella sua forma e scomporla, deframmentarla, in funzione dei migliori punti di accesso e di comunicabilità, tenendo in considerazione le qualità visive a cui si può attingere. (infrastructuring)
- riqualificare la porzione a verde adiacente al tracciato ferroviario creando una barriera naturale che non permetta ai rumori del treno di invadere l’area, migliorando le condizioni anche bioclimatiche. (rebuilding nature)
16.urban_voids
luogo di integrazione fra ciò che è storia, e quindi statica, con il dinamismo di ciò che gli ruota attorno (sistema ferroviario e Via Appia).
- playground educativo che gioca con i dislivelli del terreno creando zone di affaccio sul movimento della città e momenti statici in cui è possibile percepire il silenzio fra una macchina e un treno. (living)
- giostre e divertimenti per i bambini, ai quali poter insegnare giocando, e spazi ricreativi per i meno giovani, in cui poterli far sostare. (creating)
- stend fissi e mobili che permettano di animare l’area con il loro continuo via-vai (exchanging)
- creare un sistema di terrazze anche su più livelli per percorsi pedonali lenti che favoriscano l’ingresso all’area. (infrastructuring)
- dei tagli di verde “morbido” che riprendano la serialità del tracciato ferroviario e che vadano a sfaldarsi e a diventare sistemi sempre più puntuali con l’avvicinarsi alla Via Appia fino a creare un filare alberato. (rebuilding nature)
6.urban_voids
zona di passaggio e commerciale a ridosso di un importante parco quale quello della Caffarella, impercettibile da quest’ area ma a poca distanza.
- area a servizio del parco a cui possano far riferimento i suoi “inservienti” e “frequentatori”, in cui si parli del più grande parco archeologico d’Europa e delle diverse mutazioni di cui l’unico testimone è forse la Via Appia. (living + creating)
- situazioni puntuali di ristoro in cui sia possibile anche affittare mezzi che permettano di girare meglio il parco o anche solo di divertirsi (biciclette, monopattini, skateboard..). (exchanging)
- sfruttare al massimo l’orografia del terreno anche solo creando due livelli che entrino in continuo contatto fra di loro grazie a dei percorsi (infrastructuring)
sabato 14 marzo 2009
per un' architettura normale
Beton brut grezzo che raggiunge la sua meta, il suo scopo, ossia quello di riuscire a comunicare con il contesto che lo circonda, divenendo così normale.
venerdì 13 marzo 2009
echi sbiaditi - "corpi nudi" dell'antica Roma
Un ripensamento globale dell’ altare, incentrato sull’ importanza della policromia per la lettura di questo monumento di età augustea, è avvenuto nel 2006 con la riapertura del nuovo Museo dell’Ara Pacis. Varie analisi, soprattutto dei frammenti conservati, hanno portato alla formulazione di ipotesi legate alla reale presenza del colore sul monumento, analizzando in particolar modo lo sfondo dei rilievi, essendo questo un elemento che imposta la percezione dell’immagine. Si è così arrivati a dare due diversi significati all’utilizzo di sfondi chiari o scuri nelle opere di età romana. Si ipotizza infatti che gli sfondi chiari siano stati utilizzati per scenari narrativi e paesaggistici, mentre gli sfondi scuri assunsero più una funzione di rappresentanza. Il blu avrebbe quindi una connotazione non naturalistica ma bensì monumentale, classica ed ufficiale, e il vero cambiamento di tradizione vi è stato in età paleocristiana quando i fondi blu cederono il passo ai fondi d’orati dei mosaici e degli affreschi absidali raffiguranti immagini religiose.
Attenzione particolare è stata data anche al tema della natura in funzione delle circa 90 specie diverse presenti nel paramento esterno, disposte secondo un sistema gerarchico ben ordinato, il cui utilizzo sembra voler riallacciarsi ad un processo di nuova prosperità e rinascita di Roma dovuta ad Augusto.
È dunque importante sovvertire questa difficoltà di accettare la presenza del colore, considerato ormai come un dato trascurabile, riprendendo le file del discorso “classico” che vuole forse anche troppo rimanere chiuso in se stesso, non considerando la reale entità di ciò di cui tratta. I resti a noi giunti sono quindi diversi da ciò che erano, cambiati nel tempo ma non evoluti, non più in rapporto con alcune delle loro parti fondamentali: il giallo, il rosso e il blu.
giovedì 12 marzo 2009
madre terra - il senso della meraviglia
lunedì 9 marzo 2009
Tòpos - certificazioni di presenza
E se ogni fotografia è un certificato di presenza come afferma il filosofo Roland Barthes, posso dire di aver incominciato a percepire gli UrbanVoids, cercando di non estraniarli dal loro singolo dato reale e provandone a percepire anche l’invisibile del luogo.
domenica 8 marzo 2009
29.UrbanVoids
Nascosta, interstiziale se non addirittura incastrata possono essere considerati i termini migliori per descrivere quest’area, racchiusa fra Via degli Angeli (stretta via quasi di paese a doppio senso di marcia) e il tracciato ferroviario. La sua vista è quindi solo possibile da punti poco accessibili a livello pedonale, anche se risulta difficile immaginare che possa correre questo tipo di rischio essendo l’area 29 inserita in una situazione solo residenziale, in cui è stato difficoltoso e forse più una sorpresa anche solo trovare uno spazio simile ad un luogo di aggregazione collettiva. Fra i vari “vendesi” e quell’unico bed&breakfast è possibile percorrere questa serie di stradine a ridosso di Via del Mandrione anche senza accorgersi di questa fetta di terreno brullo e forse proprio questo suo essere chiusa e misteriosa potrebbe diventare il suo punto di forza.
11.UrbanVoids
• Area invasa da insediamenti non ben definiti, percorsa a nord- est da Via dell’ Arco di Travertino che come scorrimento “abilita” solo quello automobilistico.
• Area “vuota”, che non entra in nessuna maniera in contatto con ciò che gli è attorno, permettendosi anche il lusso di non accogliere nulla di definitivo.
• Area libera da vincoli di relazione, avente dietro di se solo una vasta zona agricola con “presenze” di dubbia natura.
• Vuoto fra i vuoti in cui è presente solo lo scorrere delle macchine.
2.UrbanVoids
L’area 2 sembra quasi essere una piccola e breve estensione di Villa Lazzaroni che gli è poco antecedente lungo Via De Cesare, e il contesto urbano circostante è come se non ne fosse interessato visto che gli stessi palazzi attorno non la sovrastano più di tanto. Risulta quindi un’ area abbastanza libera, aperta, con un simpatico filare di aranci “amari” (lo si può intuire spezzandone la foglia) lungo Via Marini su cui si affaccia un ancor più simpatico personaggio che dispensa proposte di matrimonio (chiedere alla mia collega!) e altri tipi di consigli. Lungo Via Baronio l’area risulta essere sopraelevata di circa un metro e qui è possibile trovare la fermata di una linea atac, la 628, che collega la zona con Villa Madama, creando così una ipotetica continuità tra queste due aree verdi, sebbene la nostra sia di dimensioni molto più ridotte! Lo stesso tragitto è percorribile anche tramite la metropolitana, essendoci la fermata di Furio Camillo all’incrocio fra Via Baronio e Via Appia Nuova. Il via vai di macchine e persone di quest’ultima sembra estraneo a quest’ area, forse anche grazie ad una accessibilità limitata al mezzo privato e ad una non così eccessiva presenza di parcheggi, e a dispetto dell’autofficina che si insidia un po’ approssimativamente e forse più abusivamente nel terreno, sono le alberature le vere protagoniste di questa UrbanVoids.